Ieri Mubarak ha mollato. Tutti festeggiano. E adesso? Cosa succederà?
Le possibilità e i rischi di questa congiuntura sono molti: una cosa è certa l'attenzione internazionale non distoglierà lo sguardo dall'Egitto ancora per un bel po'. In attesa degli sviluppi, attendiamo – e preghiamo magari... –, guardando anche a concreti segnali di speranza come quello che segue.
Per continuare il nostro breve percorso – dopo l'ultimo lontano post – è bene mettere in luce che: in questo periodo a muoversi non sono stati solo i giovani e il popolo della piazza.
Non molti sanno che in queste settimane qualcosa si è mosso anche tra gli intellettuali e gli... imam. Lo scorso 24 gennaio – il giorno prima dello scoppio delle proteste! – è stato diffuso sul sito della rivista Yawm al-Sâbi’ (“Il settimo giorno”) un Documento per il rinnovamento del discorso religioso, la cui importanza è data soprattutto dalla levatura dei suoi firmatari: 23 tra teologi e intellettuali dell'Università Al Azhar, tutti noti studiosi e profondi fedeli islamici.
A questo fatto ha dato non poco risalto il p. Samir Khalil Samir, gesuita, considerato uno degli islamisti di fiducia del Papa. In un articolo su AsiaNews, p. Samir traduce «a caldo» il documento e non manca di sottolineare la novità di una simile presa di posizione da parte di intellettuali e fedeli del mondo islamico egiziano.
Il testo reso noto è breve, strutturato in 22 punti "programmatici". Per dare un'idea del suo sapore di apertura e novità, riportiamo qualche punto tra i più comprensibili e apprezzabili al lettore occidentale:
Insomma il fermento di queste settimane agita non solo le piazze con le loro dinamiche di istinti, emozioni forti e proclami gridati, ma anche le menti di non pochi intellettuali e le tastiere di non pochi internauti alle prese con una analoga "battaglia" sulla rete. Certamente nulla è deciso; ma un segno concreto e di tale risonanza dà speranza. Sia all'occidentale impaurito, sia al cristiano che cerca nel musulmano non un nemico ma un uomo con cui dialogare alla pari.
Non molti sanno che in queste settimane qualcosa si è mosso anche tra gli intellettuali e gli... imam. Lo scorso 24 gennaio – il giorno prima dello scoppio delle proteste! – è stato diffuso sul sito della rivista Yawm al-Sâbi’ (“Il settimo giorno”) un Documento per il rinnovamento del discorso religioso, la cui importanza è data soprattutto dalla levatura dei suoi firmatari: 23 tra teologi e intellettuali dell'Università Al Azhar, tutti noti studiosi e profondi fedeli islamici.
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p. Samir Khalil Samir, sj |
Il testo reso noto è breve, strutturato in 22 punti "programmatici". Per dare un'idea del suo sapore di apertura e novità, riportiamo qualche punto tra i più comprensibili e apprezzabili al lettore occidentale:
- [3] Trovare una nuova espressione del concetto di mescolanza fra i sessi.
- [5] L’islam è una religione della creatività.
- [8] Separare la religione dallo Stato.
- [11] Formulare le virtù comuni alle tre religioni rivelate.
- [16] Riconoscere il diritto delle donne alla presidenza della Repubblica.
- [18] Invitare la gente ad andare a Dio mediante la gratitudine e la saggezza, e non con le minacce.
- [20] Riconoscere il diritto dei cristiani [ad accedere] a posizioni importanti e [anche] alla presidenza della Repubblica.
L'interessante analisi del gesuita riprende i commenti esplicativi allegati al testo dagli estensori. Tra gli altri il concetto di «Islam esteriorizzato» sembra essere una chiave di lettura unitaria: per cogliere tutto ciò che nell'Islam odierno sembra essere bisognoso di riforma. La religiosità islamica oggi è sempre più imbrigliata dalla esteriorità delle pratiche formali tipiche del salafismo, importato dall'Arabia Saudita nella maggior parte dei paesi musulmani. E incoraggiato dall'atteggiamento trionfalistico di Al Qaeda e di ogni variante dell'alleanza tra terrorismo e integralismo islamico.
La descrizione delle ricadute che quest'attenzione all'esteriorità ha sulla quotidianità della vita di fede, relazionale, economica e sociale ricorda da vicino l'atteggiamento farisaico che spesso Gesù stigmatizza nei vangeli. È particolarmente interessante leggere gli esempi che Samir riporta sulle relazioni uomo-donna e sullo sdoganamento del concetto di «laicità», come distinzione tra religione e Stato.
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La pagina in cui è stato pubblicato il Documento |
Forse il sultano Malik al-Kamil e Francesco d'Assisi, in fondo, non sono poi così lontani da noi. Che la loro esperienza non resti un'eccezione dipende dai musulmani e dai cristiani di oggi.
Vedi:
- la presentazione e traduzione del Documento per il rinnovamento...;
- l'articolo di approfondimento di p. Samir.
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