giovedì 5 maggio 2011

Il Papa riparte... dalla preghiera. Teniamolo d'occhio

Ieri sera, mentre sconfortato dall'incidente e dalla lunga e larga fila sull'A1 accendevo l'autoradio, ho trovato l'inconfondibile voce di Papa Ratzinger a tenermi compagnia. Infatti l'autoradio conventuale era – ovviamente! – puntanta su Radio Maria... la quale, essendo ieri mercoledì, trasmetteva in differita la catechesi dell'Udienza generale tenuta in mattinata in Piazza San Pietro (video).
Mi sono rinfrancato un po' e mi sono messo in ascolto. E con grande sorpresa mi sono accorto che Papa Benedetto non stava presentando una santa più o meno sconosciuta, come accaduto fino a poco prima di Pasqua... Ma stava parlando semplicemente della preghiera. E per di più della preghiera dei non-cristiani, anzi dei pre-cristiani... tratteggiava come una fenomenologia della preghiera nell'esperienza umana.
Ho ascoltato di gusto e mi son detto: vedrai che domattina il blog di Raffaella scoppia di titoli del tipo: Il papa inizia un nuovo ciclo di catechesi, Papa Benedetto parla dell'arte della preghiera... e in effetti...!
Così l'ha chiamata ieri il Papa. La preghiera è un'arte. Da imparare sempre di nuovo. Anche per chi è molto avanzato nella vita dello spirito. Per fortuna... – mi son detto – perché io, che non sono un advanced level, mi sento sempre un cantiere aperto. E sono stato proprio contento di scoprire che il Papa aveva voglia di darmi una mano! Lo terrò d'occhio, cercando di leggere regolarmente queste catechesi. Dove? Qui.

Intanto... per farvi venire un po' di voglia di fare altrettanto, tocco sul vivo voi e me con una citazione dallo Youcat, che ci farà compagnia anche a Madrid:

n. 490
È sufficiente pregare quando se ne ha voglia?
No. Chi prega a seconda della propria voglia e del proprio umore non prende Dio sul serio e disimpara a pregare.

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