L'altra sera, mentre volgeva al termine una riunione che stava toccando le ore piccole, un po' stufo mi sono alzato dal tavolo e mi sono seduto per terra. Accanto a me, su un tappeto, con un notebook sulle gambe, stava il giovane marito di una dei partecipanti alla nostra riunioncina (ospitata a casa loro). Dovevo chiedergli qualcosa e scambiare due parole. Mentre parlava – spaziando dalla famiglia alla politica, dalla scuola alla intimità della fede – ha detto qualcosa di questo genere:
«Spesso io vedo il lato grigio delle cose. Ciò che non va, quello che non funziona.: per cercare di capirlo e affrontarlo. Insomma: del bicchiere la mia attenzione è quasi sempre concentrata sulla parte dove non c'è niente. Per fortuna mia moglie è il contrario. Lei è sempre carica. Vede il lato positivo delle cose, tira fuori l'ottimismo anche nel bel mezzo dei problemi. Riesce sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno.
Insomma alla fine... – si è soffermato a pensare, poi ha proseguito ridendo – ... insieme... guardando due metà... riusciamo a vedere il bicchiere intero!».
Ieri mi sono imbattuto in questa riflessione, che mi ha fatto sorridere al pensiero di quella profonda e inaspettata condivisione sul tappeto. E mi sono gustato più in profondità la bellezza di una testimonianza "al naturale": sulla originalità della vocazione matrimoniale. La sapienza del popolo dice: «Dio li fa, poi li accoppia». Anche e soprattutto sotto questo aspetto: perché insieme possano vedere e affrontare la vita con un unico sguardo. Nuovo!
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