giovedì 3 febbraio 2011

MUMA: marketing e tecnologia a servizio delle missioni

I fratelli Cappuccini dell'Umbria, sempre molto attenti all'animazione missionaria a favore della loro antica presenza in Amazzonia, hanno voluto fare una salto di qualità.
Chi ha un po' di familiarità con Assisi, ricorderà che, salendo lungo Via San Francesco dalla Basilica del Santo verso Piazza del Comune, subito sulla destra attira l'attenzione un porta aperta da cui fanno capolino oggetti e animali vari... piuttosto esotici. Era una sorta di "mostra missionaria permanente" adiacente la Curia provinciale dei Cappuccini.
Oggi quella mostra ha decisamente cambiato volto e fisionomia. È diventato il MUMA! Lasciamo che si presenti:
«Il MUMA è il primo museo del mondo nel suo genere: a renderlo unico è stata la scelta fatta dai Frati Cappuccini dell’Umbria di trasformare un museo missionario tradizionale in un museo interamente multimediale e interattivo. 
È un museo storico, etnografico, scientifico, missionario che permette di incontrare su più livelli la regione dell’Alto Solimões, il suo inesauribile patrimonio di flora e fauna, la nazione indigena dei Ticuna e il mondo multicolore brasiliano, i frati cappuccini - prima umbri poi brasiliani - che lì hanno costruito chiese, ospedali, scuole, fabbriche.
Il MUMA è un concentrato di tecnologia di altissimo livello, frutto di un progetto di enorme complessità, che tuttavia è completamente “trasparente”: il visitatore non la vede, ma la vive e interagisce con essa, in un percorso intessuto di storie e di incontri».
La sigla, che sta per MUseo Missionario Amazzonia, si allinea con il nuovo stile di valorizzazione dei musei italiani. Un precedente abbastanza famoso è il MART di Rovereto: il Museo di ARTe moderna e contemporanea, la cui sede progettata dall'architetto ticinese Mario Botta è già in se stessa una grossa operazione di marketing a favore dell'arte contemporanea.
Ma in Italia esiste anche un altro MUMA...

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