giovedì 10 marzo 2011

La coerenza non è un virtù cristiana [2]. Non ti fa crescere

Prima di tutto segnalo questo breve post di Tartarugando, nel quale mi sono imbattuto. Molto più in breve del post precedente lascia trasparire la 'rigidità' della coerenza.
Primo di andare a scovare un'alternativa alla coerenza, siccome non siamo ancora abbastanza convinti, leggiamo nella posologia alla voce: effetti collaterali.

Dicevamo che è coerente chi sceglie un valore e lo vive. La coerenza è una disposizione che permette a una persona di mettersi in relazioni ai valori scelti e proclamati e verificare la propria aderenza ad essi. Il suo problema è quello di essere troppo rigida: mette in rapporto persona e valori in modo troppo statico e puntuale. Come uno specchio: "Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più coerente del reame??".
Un tale interrogativo non potrà mai avere un esito perfettamente positivo. Perché – come si dice – nessuno è perfetto. Ma siccome l'idea sottostante alla coerenza è quella di una presunta perfezione nell'adesione al valore... ecco che emerge l'effetto collaterale della pillola! Dopo una massiccia e continuata assunzione del farmaco, l'assuefazione porta il povero in-coerente a dirsi, più o meno consapevolmente: «Siccome questo valore è troppo impegnativo per essere vissuto appieno, me ne sceglierò uno un po' meno costoso! Così riuscirò a uscire da questa malattia dell'incoerenza... e farò meno fatica: due piccioni con una fava. Vorrà dire che – in fondo – era il valore che era un po' troppo alto. Insomma! che pretese! Non siamo mica SuperMan!!».
E, così facendo, a furia di provarci... e uccidere il SuperMan che è in lui: uno alla volta fa fuori tutti i valori più forti e alti, e non gli rimane altro che... l'in-coerenza. Ovvero il relativismo morale, in cui va bene un po' tutto, perché «... ciò! non siamo mica SuperMan!! (o WonderWoman: a seconda)».

In fondo è soprattutto per questo che la coerenza non è una virtù... e tanto meno una virtù cristiana. Perché non favorisce un rapporto costruttivo con te stesso. Perché ti porta a rinunciare ai valori più belli ed esigenti (detto tra noi – guarda caso! – tutti i valori che il Vangelo e la Chiesa proclamano da 2000 anni). Perché anziché farti crescere, ti costringe a confrontarti con misure sempre più basse e rassicuranti.

Superman disoccupato. Sei curioso? Qui il seguito.
PS: Caro lettore, bada bene... Abbi pazienza con il tono un po' provocatorio e scherzoso. In realtà l'argomento e l'argomentare vuole essere convinto e serio. E per questo aperto anche ad eventuali osservazioni e critiche.
Una sola precisazione: qui non si intende la coerenza come criterio intellettuale (da salvaguardare), ma come valore morale-spirituale... inerente ai comportamenti. Se all'uomo è tutt'altro che impossibile la coerenza intellettuale (che richiede comunque un po' di fatica e tanta onestà), gli è poi troppo arduo trasportare nei comportamenti la 'pulizia' del suo ragionare. In fondo – come mi diceva ieri un penitente – «è nella fragilità della mia volontà che sento più forte il bisogno di redenzione».
[1] continua... [3]

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